venerdì 29 febbraio 2008

It's huuuuuuge m'am! / 2

Ma l'america e l'america e son tante le cose che ti lasciano a bocca aperta nel senso della parola. Io penso sinceramente una cosa: se vivessi anche solo 1 mesi in USA calzerei a pennello lo stereotipo americano, o almeno il mio stereotipo! Avete presente Omer nei Simpson, ecco!

Con questo nn voglio dire che tutti i maschi sono degli Omer e tutte le donne delle Marge di là dall’oceano. Penso però che nei Simpson c’è tutto quello che si trova là. Ci sono le ciambelle, c’è Apu e il Jet Market, e perfino i mega catelloni pubblicitari ai lati della strada che ogni tanto Omer si ferma a guardare ;)

Un’altra cosa che ho notato è che agli Americani piace chiacchierare. E’ facilissimo iniziare una conversazione un po’ ovunque. Sarà anche che quando salutano nn dicono un semplice ciao ma ci aggiungono anche “hey come va” “come stai oggi” ecc.. ma x loro han lo stesso significato di un semplice “ciao”
Ora in effetti capisco tutto!: c’era una ragazza all’univ lo scorso semestre. Era americana e ogni volta che mi incontrava mi salutava dicendomi sempre “hey, how is going” (=come va), e io pensavo volesse iniziare a parlare un po’, così mi fermavo e iniziavo a mia volta! Ma subito dopo andava via di fretta.. (nessun commento su questo passaggio please! :D )

Ma come dicevo son molto chiacchieroni. Quasi ogni macchina, camion, camper (si ma camper giganteschi..mica le nostre roulotte “europee”) ha la sua fra setta x comunicare con “chi sta dietro”. Sono svariate: dalle religiose “Dio ti benedica”, “Io credo in Dio” alle competitive “sono il migliore” e altre di pura informazione :D “questo veicolo fa frequenti stop” o “Se tu non vedi i miei specchietti io non ti vedo!”.

Andare al supermercato in sé è un’esperienza, quasi un assaggio della società. Tanti troppi prodotti, colori, suoni, persone, assaggi :D, video (ad esempio al bancone della carne video che consigliavano come cucinare..), addetti che ti insacchettano la spesa, messaggi audio (a me tutto ricorda i vecchi telefilm di polizia quando parlano alle radio..nn si capisce niente, messaggi brevi “roger” e bla bla bla).

Secondo me da Nord a Est, da Ovest a Sud c’è quella che ho deciso di ribattezzare una “A-Team mentalità”. E’ sempre così: tutto è ok, c’è un problema si risolve, sembra sia fatta ma tac! Arriva un grossi problema, sembra sia finita ma tac! Tutto si risolve e tutti son felici e contenti!! ( a seconda dei gusti qualcuno potrebbe ribattezzarla una “Signora in giallo mentalità”, “McGiver mentalità”…e così via). Un giorno son stato alla NASA. Anche lì, quando mostravano un video hanno mantenuto questo schema: tranquillo – difficoltà – perfetto – grosso problema (ad esempio quando esplodette uno Shuttle in partenza) – rinascita – vittoria!

Il cliente in America è un re. Basta lamentarsi e avere un “Minimo” di ragione. X questo i markettari spendono tante energie x la soddisfazione del cliente. A me suonava falso e ipocrita questo sistema, ma si vede che alla lunga funziona. Ovunque ci son numeri da chiamare se nn si è soddisfatti, se qualcosa nn va, offerte di risarcimento “anticipate”..perfino su alcuni scontrini ci son frasi ad effetto “grazie mille per aver acquistato da noi, Le auguriamo una magnifica giornata”. Forse è collegato al fatto che se una cosa è andata diversamente da come era prevista, se un prodotto ha causato un qualcosa che non doveva causare..tac, si denuncia e si porta in tribunale! Questa vale anche nei rapporti tra le persone penso. Mi hai detto “villano”, ti denuncio! “ho sentito bene, hai detto mascalzone?...
Scherzo ma non troppo. Infatti l’America ha uno dei + alti numeri di avvocati. La media è 1 ogni dieci persone. Ecco perché le istruzioni a volte son talmente dettagliate da sembrare stupide e insensate. Se c’è scritto qualcosa di banale nell’istruzione di un prodotto probabilmente qualcuno ha denunciato in passato quell’azienda perché qualcosa è andato storto!

Il mio viaggio è stato questo ed altro. Ho cercato di fare un sunto, un condensato, una polpa pronta De Rita della vacanza. Va detto che io ho visto il Sud. Anni luce diverso da altre parti dell’america. Visto da tutti come conservatore, un razzista e pieno di rednecks :D Questo è lo stereotipo degli americani sugli americani del sud. Per rimanere in tema di Simpson: avete presente Cletus?.... :D

lunedì 25 febbraio 2008

It's huuuuuuge man! / 1

E' un buon segno! tra gli ospiti nn c'è solo il direttore di Blogspot ma anche 3 specie di haker...x questo ho dovuto cancellare i tre commenti al previous post.

E' passata una settimana, quindi è un buon momento x provare a scrivere una specie di riassunto/condensato del mio trip in Lamerica: una specie di Polpa pronta de rita della vacanza!

Devo ammettere che un erasmus in America sarebbe stato molto + interessante che uno ad Aalborg :D Così tante cose da dire ci sarebbero e da scoprirne molte altre.

Quando si dice: " A tiè n'american"! Il senso c'è tutto. Vuoi strafare in poche parole. Beh..l'andazzo è quello: tutto è esageratamente + grande. Dalle macchine, alle porzioni, al volume delle loro conversazioni, alla quantità di acqua che esce dalla doccia fino alle offerte promozionali (compri 12 donuts te ne regalano 12!!)

Il viaggio in aereo è in se un'esperienza, soprattutto x un semi-contadino (con tutto rispetto x i contadini...anzi, st'estate dovrei cercar da lavorare in campagna, se conoscete...) come me. Da noi li chiamiamo "vilan dlà braia" (il villano dell'aia?..), là, tra i tanti nomignoli, "rednecks" (collo rosso, o abbronzato a forza di lavorare la terra).

Ti offrono di tutto in volo e x uno scroccono come me è uno spasso. Free dolciumi, aranciate e acqua (si scrocco anche quella!), quasi ogni ora passavano col carrello x offrire qualcosa da smangiucchiare. In + la tv: film, telefilm (c'era perfino l'A-team!), documentari, giochi.."tot ign cousa" (da leggersi in romagnolo).

Non poteva mancare la mia figura da "redneck". Preoccupato e intimorito da tutti gli avvisi e le misure di sicurezza ho voluto prontamente informare l'hostess che subito dopo il decollo avevo cambiato posto. Dopo 10 minuti torna da me e mi chiedi "nn riesco a trovare il tuo menù speciale, cosa avevi ordinato?" In pratica, solo chi aveva menu speciali doveva avvisare il personale, e stavolta la sicurezza nn c'entrava. Spiegato il malinteso, se n'è andata con un sorriso " da hostess", come dire "Puvrin!!".

L'america è una grande nazione, tante razze ed etnie. Lo si può vedere anche dal volo, c'era di tutto. Insomma, un po come stare in stazione a Reggio emilia.

Il primo passo in suolo americano l'ho fatto ad Atlanta. Città delle ex Olimpiadi, ma anche città con una forte maggioranza nera. Sarò condizionato, ma i bianchi son bianchi e i neri son neri. I loro bisavoli avevano probabilmente combattuto la guerra civile o fatto lo schiavo/schiavista dell'altro. Secondo me si può avvertire il senso di inferiorità che molti neri nutrono, quasi paura che però, all'incontrario, può sfociare in rabbia.

In Atlanta, ma anche in tutte le altre città che ho visitato (tutte al sud) non mi sono mai sentito "safe" completamente...forse ho guardato troppo "ultimo minuto" o troppa "real tv" su Italia1!.

Collegato a questo discorso vi è New Orleans. Una città fantasma, con meno della metà degli abitanti rispetto al pre-Catrina. Si sta provando ad andare avanti, i turisti ci sono, ma gli occhi della gente parlano da soli. L'impressione generale è quella di una società piuttosto ineguale, almeno rispetto ai modelli cui siamo abituati in Europa. Se sei ricco..wow, c'è tutto, ma se sei povero nn c'è niente se nn la strada.

Inegualità e un po di bigottismo direi. Queste son le due principali caratteristiche negative che ho notato. Bigottismo perchè ogni 50 km c'era una chiesa, ogni 75 km c'era un locale strip. Oppure, non ho capito l'utilità del coprire con un sacchetto la bottiglia di alcool che si beve..ma quello lo sapevo già dai tempi di Hunter...

Certo se mi legge un americano s'infervera e poi soprattutto parlare di Bigottismo da uno che viene dall'italia...








TO BE CONTINUED

mercoledì 20 febbraio 2008

Tratto da: "Erasmus", di S. Furattini (2008), Longanesi.

Rieccallà!

what a trip! Lungo e bello. Ero spesso con gli occhi e la bocca aperta a guardare...come un bambino in un negozio di francobolli!

Mi spiace, ma mi devo ancora riprendere dal Jet leg (una grossa fissa mentale alla fine!), ma soon voglio scrivere uno o due post su quest'avventura americana.

Nel frattempo, dato che ho ricevuto diverse email di ragazzi "affamati" di erasmus, ho deciso di pubblicare, senza il consenso dell'autore, questo bellissimo articolo sull'erasmus. Spero non mi denuncerai caro autore. Ci ho pensato se mettere o meno il tuo nome e dato che nn sei un timidone ho deciso si metterlo. La foto no invece, altrimenti tutte le fan (infatti il direttore di blogspot è in realtà una donna!!) mi mollano!!

Chi è l'autore? Il Fura! Se non lo conoscete...beh è quello spaccaballe che ogni tanto lascia commenti punzecchianti (gli rode che la Carife sia prima!!) :DDD

Ho cambiato idea, alcune foto le metto: come potrò dimenticare le mie fredde e piovose serata valenciane (nn scherzo, era freddo e faceva freddo!!...x la cronaca, Aalborg: minima= 2 massima=9) tiè!



A volte bisogna spostarsi per apprezzare quello che hai vicino. Vai in Erasmus.

Erasmus…solo a leggere la parola si forma un mezzo sorriso sulle labbra di qualsiasi studente, sia di coloro che l’hanno vissuto sulla propria pelle sia di coloro che ne ascoltano i racconti.
Avete bisogno che vi rassicuri e vi dica che vi troverete bene, che vi divertirete, che conoscerete un sacco di gente? Beh, ma questo già lo sapete! Perché?!
Perché l’Erasmus più di ogni altra cosa è uno stato interiore tutto da vivere (un po’come l’estate, avete presente, no?!).
Personalmente non ho visto nessun “Erasmus” triste in dieci mesi, solo chi doveva tornare a casa lo era.
Anch’io come molti altri sono partito con tutto un sistema di aspettative molto alto e ad esperienza conclusa posso dire che non sono state per niente disattese.
Sinceramente, prima di partire, speravo di divertirmi tanto, fare festa e conoscere gente.
Al ritorno mi rendo conto che le cose più belle che ho trovato avevano poco a che fare con tutto questo.

Infatti, ad un certo punto ti accorgi che conoscendo un sacco di persone esistono moltissimi punti di vista sulla medesima cosa che ti dici: oh ca…(spita) non ci avevo pensato!
Ad un certo punto ti accorgi che fare turismo e visitare monumenti, chiese, piazze serve solo per fare belle foto ricordo ma se non conosci e scambi opinioni con le persone del posto non puoi capirne il significato.
Ad un certo punto ti accorgi che la lingua è davvero importante per potersi esprimere appieno con gli altri e vorresti tornare indietro per poterla studiare meglio.
Ad un certo punto capisci quali amici ti sono veramente vicini e di cui non puoi fare a meno.
Ad un certo punto ti accorgi che tutto quello che vivi a casa, nella tua vita di tutti i giorni, è davvero qualcosa d’ importante. Soprattutto gli affetti! Li dai per scontati e la routine quotidiana non ti aiuta certo ad apprezzarli ma ti accorgi che hanno un valore immenso e vanno continuamente curati.

Mi è stato chiesto di mettere a confronto il mio paese con quello che mi ha ospitato… beh… sinceramente è problematico metterli sullo stesso piano.

Valencia è una città grande (fa quasi un milione di abitanti) e come la maggior parte delle grandi città ha molto di più da offrire rispetto ad una cittadina (vogliamo definirla così?) come Reggio Emilia.

Del clima non parliamo vero?! Men che meno della posizione geografica!!!

La gente. Si della gente ne parliamo. Sono più aperti di noi reggiani, ti siedi in autobus a chiacchiere tranquillamente col vicino settantenne che ti parla di Alonso e di calcio, in ascensore il vicino ti chiede come stai e come ti vanno le cose, all’università hai un dialogo aperto col professore durante e dopo la lezione. A proposito di lezione, una cosa apprezzabile ma che noi non facciamo è l’esposizione in aula. Si, lo so, è imbarazzante, ma solo le prime volte. È davvero una cosa utile: ti insegna a parlare in pubblico, regolare l’emozione, farti studiare e produrre di più (nessuno vuole fare una figura di me...(nta) davanti ai propri compagni di corso, giusto?).

Parliamo del cibo. Inutile dire che cappelletti, tortelli e lasagne spopolano sempre e ovunque, per non parlare del Lambrusco! Incredibile, vai al supermercato trovi file intere Lambro, addirittura in versione rosato. I giovani spagnoli lo apprezzano molto. Comunque sia, sulla cucina si difendono in modo egregio. Certe mangiate di paella, carne e di pesce da leccarsi i baffi. Molto bene anche su insaccati e formaggi. E io che credevo fossimo i migliori al mondo… Il jamón iberico ha poco da invidiare al nostro e anche il queso mancego merita rispetto. Se in tutto questo aggiungiamo anche la sangria vi garantisco che per concludere in bellezza vi manca solo una bella pennichella. A proposito di sangria, se volete far litigare due spagnoli chiedetegli la ricetta della Sangria. Ognuno ha la sua e vi garantisco che non c’è una identica all’altra.

Bene, dopo il confronto mi sento di dare anche un paio di dritte. Sapete come si dice: l’esperienza insegna!

La prima: girate, girate, girate! Smonterete un sacco di stereotipi. Non vi identificate in pizza, mandolino, mafia, vero?!
La seconda: non andate ad abitare con italiani
La terza: preparatevi il piano di studi ad hoc prima di partire anche se non sempre è facile.
La quarta: passate più tempo possibile con persone del paese che vi ospita e non state sempre in mezzo agli Erasmus anche se è più facile.

Spero di avervi convinto sulla validità del progetto. Non tanto dal punto di vista della formazione universitaria, a quello ci pensano persone più qualificate di me, piuttosto sotto il punto di vista dell’esperienza umana. Buon viaggio a tutti!

END


Ps: vorrei aggiungere una piccolissima postilla: le cose su valencia si possono dire tranquillamente su Aalborg. Provare x credere...ma bisogna anche credere x provare :D

mercoledì 6 febbraio 2008

Vamos Vamos...

La vita prosegue al nord!
Il nord presto si trasfomerà in ovest però! No, non voglio fare il filosofo, è x dire che da domani il blog va in vacanza! Finora si è lavorato e domani ci si prende una meritata vacanza destinazione Usa, la terra dei Tornado, la terra di Stanlio e Olio, la terra dei taxi gialli e delle ciambelle (siddette Donuts...nn so come si scrive) :D

Cercherò di scrivere qualche post durante la mia breve permanenza: 8 giorni di cui 2 di viaggio -> 25% in volo o in aeroporti quindi (spero nn ci siano ingegneri che mi correggano).


Lascio qualche foto, x dare traccia di me. La prima x dimostrare che anche NOI danesi andiamo al mare. Non ho fatto foto mentre facevo il bagno perchè si bagnava la macchina...altro che freddo, nebbia e pioggerellina fine fine...




La seconda non l'avevo fatta apposta, ma + la guardo + mi piace :D