sabato 28 marzo 2009

Min italienske drøm

Noi Italiani si sà, siamo un po "pieni di noi". Un po come i Greci che ho incontrato qua. Loro se la tirano perchè la Grecia è stata la culla del pensiero, una delle prime civiltà che ha esportato la sua cultura e bla bla...sta di fatto, che fanno un po ridere sti greci che se ne vanno in giro così sboroni, e x cosa? x un passato di più di mille ann fa?

Noi Italiani però nono siamo molto diversi. Almeno io non lo sono. Anche io faccio lo sborone. Noi qua, I romani là, il prosciutto lì, il sole giù, e bla bla...

Avremmo tutti bisogno di un mare di umiltà. Anche perchè a vedere come se la cavano Grecia e Italia ai giorni nostri fa un po rabbrividire.

Purtroppo, o x fortuna, però, questo mito dell'Italia e dell'Italiano è molto rafforzato all'estero. Le parole mafia e mamma non mancano mai, ma x fortuna c'è di più.

Capitolo 1: "the italian stallion". Il mito del macho italiano, latin lover, esiste eccome. Alcune ragazze ne sono spaventate, altre attratte. Una volta c'era un Polacco, maschio, che mi voleva seguire, x capire come un italiano rimorchiava. Un'altra volta in un locale di salsa, alcuni amici d'oltre oceano si aspettavano tutti che sapessi ballare la salsa.
Beh, in entrambi i casi ho tradito le attese! ;)
Tutto sommato però capisco anche da dove nasce questo mito. Basta andare in giro per Jomfru (vedi post precedente), ma anche in qualsiasi località turistica fuori dall'italia, e chiedere la nazionalità dei + assidui "tampinatori"...

Capitolo 2: "La lingua di Dante". La nostra lingua piace. Il suono obiettivamente è molto bello. Una volta c'era un'americana che voleva sentirci parlare a noi italiani solo x il gusto...e noi ci divertivamo a dirle frasi senza senso. Un amico Acquilano le diceva "Sai che ho appena fatto una bronza che ti lascierà a bocca aperta" (ps: Anto nn ho fatto il tuo nome :D) . E lei "Ahhhhhh".
In Danimarca vanno molto i corsi di italiano. Non so di preciso, ma almeno una 15ina di classi in tutta Aalborg. Cioè circa 200 corsisti. E in + al ristorante spesso mi capita di beccare clienti che parlano italiano. In fondo è bello. Un po orgoglioso sono.
Un amico mi ha detto che questa passione x la nostra lingua è scoppiata soprattutto dopo il film "italiensk for begynder"...ne avevo parlato in questo post (http://fugadeicervelli.blogspot.com/2008/04/danske-humor.html)

Capitolo 3 "Il cibo". Non c'è da scrivere molto qua. Quando si è all'estero è divertente cercare di distinguere i veri ristoranti italiani dai falsi. Un indizio può essere la bandiera. Chi ne mette troppe x me nn è italiano. Quando mai noi mettiamo 6-7 bandiere in vetrina.
Un altro indizio è il nome. Diffidate di quelli che scrivono "Pizzaria".
Per il resto sono anche un po stanco dei clienti al ristorante che dicono di andare pazzi x il cibo italiano e poi me ne lasciano metà nel piatto...e dicono "Ah...era molto buono! ma sono piena..!! "

Capitolo 4: "Il lago di Garda". Tutti i danesi sono stati, almeno 1 volta al lago di Garda. La nostra Italia è ammirata in lungo e in largo, magari c'è qualcuno che ancora nn conosce le bellezze di Ferrara, ma non il Lago di Garda. Grandi e piccini, senza differenza di sesso, religione e orientamento politico...tutti sono stati al lago di garda

Ma arriviamo al punto di questo post. Queste cose bene o male si sanno. Le sapevano anche gli autori di questo programma /reality danese che sta tenendo banco, 1 volta a settimana. Il titolo è tutto un programma: Min Italienske Droem! (Il mio sogno italiano)

Brevemente. Ci sono 4 coppie di danesi che soggiornano in un paesino delle Marche. Rosora. La coppia vincitrice si aggiudicherà il diritto di comprare (il premio già la dice lunga) la casa dove tutte le coppie stanno vivendo e restaurando assieme l'edificio, x poterne fare un bed & Breakfast (già pieno di prenotazioni....dai tipi che prima andavano al Lago di Garda)

Devono superare diverse prove, e qui ci ricolleghiamo ai capitoli precedenti. La lingua. Sti poveracci devono imparare italiano in 8 settimane. Non che il danese sia facile ma io dopo 1 anno e mezzo ancora sono "far" dalla meta. La professoressa è una giovane e ben vestita insegnante italiana...giusto x mantenere lo stereotipo del fashion.

Un'altra prova è la cucina. Poracci sti qua, abituati a mangiare spaghetti col ketchup, o pizza con l'ananas (ci sto andando giù un po troppo pesante...sorry!), si son ritrovati alle prese con una "chefessa" di un rinomato ristorante Slow Food.

Infine, il lavoro manuale. Lì avrei solo da imparare...e anche tanto.

A completare la cornice, ci sono i paesani. Per lo + anziani, curiosi, pettegoli e che ovviamente comunicano a gesti con gli 8 sventurati. L'inglese non è di casa a Rosora, ma dove in Italia? Ci sono anche giovani nella community di Rosora: tutti impegnati a "correre" dietro e sbirciare la bonazza di turno. Giusto x stare in tema: capitolo 1.

http://www.dr.dk/DR1/Min_Italienske_Droem/

Se volete date un'occhiata al sito. Spingete play e vi vedete la puntata online...alcune cose son anche simpatiche. Per me è divertente, perchè ci sono un po riassunti tutti gli stereotipi che questi 2 popoli, che tanto si amano, hanno tra di loro. Un esempio su tutti, il Bidè! A cosa serve si chiedono i danesi, e giù di martello x toglierlo... :D

LO SAPEVATE: Si narrà che alcuni turisti Danesi (ma penso chiunque non Italiano, Francese o Spagnolo) alle prime armi nei loro viaggi europei, quando videro x la prima volta il bidè in camera, pensavano fosse una vaschetta x tenere fresco vino o champagne....

lunedì 9 marzo 2009

Aalborg - Lonely Planet

Spesso mi è stato chiesto, ma come hai fatto a finire ad Aalborg?

Io sono sempre sincero. Io Aalborg manco la conoscevo 3 anni fa. Di certo sapevo la differenza tra Danimarca, Norvegia e Svezia (alcuni ancora pensano io sia in Norvegia...e nn scherzo!), ma conoscere Aalborg era troppo. Ora è la mia città (x quanto?), chi lo avrebbe mai detto. Da piccoli magari si sogna di vivere a New York, Sydney, Londra...io volevo essere differente.

Quando ho dovuto scegliere la mia destinazione Erasmus, l'ho scelta perchè volevo essere sicuro di partire. Volevo imparare l'inglese e partire. Tra me e me ho pensato, chi vorrà mai andare ad Aalborg! Avevo ragione. Sono partito. Sono qua! (che culo! qualcuno potrà pensare in senso ironico... :D )

Aalborg è la quarta città della Danimarca con circa 150 mila abitanti. "Siamo" in 150mila, ma la città si estende su un'area paragonabile forse (esagero) all'hinterland milanese. Ci sono pochissimi palazzi, tanti case singole o villette a schiera. Questo in fondo è il bello della Danimarca. Poca gente, tanto spazio.

Aalborg è stata negli anni passati una città fortemente industriale. Lo è anche dal punto di vista politico e sociale. Qua dominano i "rossi". I segni di uníndustrializzazione selvaggia, ahimè, ci sono ancora. Quando mostro il Fiordo che attraversa la città a qualche ospite, faccio ben in modo che lui/lei non si volti dalla parte destra dove ci sono le ciminiere (qualcuno a suo tempo mi aveva detto che come Amsterdam é la Venezia del Nord, Aalborg era la Mestre del nord!)

I segni non son solo quelli. Ci sono diverse ex-cave sparse nella città. Alcune sono state riadattate a laghetti o spazi verdi. Ora il Comune (con i soldi dello Stato) sta cercando di trasformare Aalborg in città più culturale, e meno industriale. La zona del porto è stata trasformata, e si aspetta il progetto del nuovo Auditorium. Siamo in fervente attesa...

La "cultura" di Aalborg è in gran parte rappresentata dall'Università che porta ogni anno studenti e ricercatori, stranieri e non. Gli studenti che vedo o conosco sono solo una piccola parte di quelli che realmente ci sono. Indiani, Cinesi, Bangadleshiani, Africani non ci sono quasi mai alle feste erasmus e si tende col pensare che nn ci siano. Hanno semplicemente un modo di verso di incontrarsi e divertirsi. Oppure, come la cicala e la formica, studiano e si preparano alla battaglia x un posto di lavoro, mentre "noi" ce la spassiamo a bere birra danese e a correre dietro alle bionde di Jomfru.

Ho nominato apposta Jomfru, perchè è la strada di locali che caratterizzano Aalborg. Qua al Nord siamo malvisti dai Capitolini, ricchi e con la puzza sotto il naso (sto entrando anche io nel turbine del razzismo nord-sud danese). A Copenhagen ci immaginano come un branco di contadini, spesso spazzolati dal vento che qua tira più spesso e più forte.

Torniamo a Jomfru. DIcevo appunto. Aalborg non è ben considerata dai due principali centri danesi, Copenhagen e Aarhus, ma spesso alla domenica mattina si vedono in giro ragazzi che hanno avuto un "duro" weekend e se ne tornano verso la stazione a prendere il treno per la capitale o Aarhus. Jomfru Ane gade ("la via della vergine Ane") è una via piena di locali, tutti gratis, con stili diversi tra loro, musica indietro di 5 anni, se va bene, rispetto ai Resident deejay "troppo cool" che abbiamo in Italia. La strada è invasa da giovani, spesso con tasso alcolico elevato. Anche per questo c'è gran lavoro x i taxisti, perchè qua nessuno prende la macchina al weekend.

A me personalmente non piace ballare a Jomfru. I danesi che ci sono qui (vanno distinti categoricamente i danesi dai "danesi di jomfru"!) confondono il ballare con lo spingere il vicino. Non solo i bulletti del quartierino, ma anche tipi ingessati al loro primo appuntamento. Appena individuata la vittima sacrificale di turno, la prendono e iniziano a farla roteare in una sorta di Salsa dance, e sono cosí "capaci" che riescono a ballarla perfino con Micheal Jackson! I movimenti che fanno son sempre gli stessi. Giro, lascia, gira gira, prendi, spingi, gira, spingi spingi...e se son fortunati ci scappa il bacio.

Le ragazze di jomfru son quasi tutte belle. Tanto che a volte mi chiedo dove sono durante la settimana. Ovviamente sono ben truccate e vestite. Con 20 gradi (raro!) o -5 loro sono impassibili. Magliettina aperta scollatissima e gonna ascellare.

Se cercate su Google Aalborg é principalmente famosa x due cose. La Carta di Aalborg e Il carnevale, il piú grande...di tutta la Scandinavia (suona strafico, ma poi ho anche pensato che ogni nazione qua in Scandinavia ha in media 5 milioni di abitanti...). Del Carnevale forse riparleremo a suo tempo (23 maggio) oppure guardate qua (http://altrochelaspagna.blogspot.com/2006/05/carnival_30.html). Cosa é la Carta di Aalborg? Non ne ho la + pallida idea...mi son sempre fermato al titolo "Carta delle cittá Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile".

Vabbé dai, chiudiamo il post. Le foto che vedete qua sparse, sono state "gentilmente offerte" da un mio amico francese con la passione per la fotografia". Allora quanti posti vi devo tenere qua? :D

ps: In cantiere c´é un post sulle Jomfru girls. Devo solo organizzarmi x andare in giro per Jomfru come un paparazzo, ma neanche troppo di nascosto direi...

martedì 24 febbraio 2009

TAK

I Danesi sono un popolo di Takkatori per natura. Non significa né taccheggiatori (anche se a Roskilde festival mi rubarono in tenda e grido ancora vendetta..), né che amano le tacche ...non so cosa sto dicendo..vabbé veniamo al punto.

In danese Tak significa Grazie. È un suono che mi affascina. Le prime volte che l´ho sentito mi piaceva, mi stava simpatico, anche perché lo associavo all´espressione di un paninaro milanese.

Questo é un punto. Il secondo punto, e qui dopo un po mi inizia a rompere le balle ( :D), é che i danesi dicono Tak x ogni cosa. Che fosse un popolo gentile e ben educato si sapeva, ma forse sta diventando un po troppo.

Scherzo, ma come dico sempre, fino ad un certo punto. Ora la mia analisi sulla societá dei prossimi mesi sará focalizzata sulla seguente questione: "Sono i danesi educati perché dicono sempre grazie di questo, grazie di quello...oppure é quasi un´abitudine nel loro linguaggio?"

In attesa dei risultati scientifici, scrivo una lista di alcuni dei "tak piú frequenti", cosí x farvi un´idea.


tak for mad: grazie del cibo. Da pronunciare verso colui che ti "ha provveduto il cibo". A volte alcune clienti associano perfino me, cameriere, a cului che "ha provveduto loro la pietanza"...Quando me lo dicono, mi viene naturale dire "non dovete ringraziare me, ma il cuoco!"

tak for at komme: Grazie di essere venuti. Da dire verso gli ospiti (penso)

tak for i aften: grazie per stasera. Da usarsi in molte situazioni in ci si ringrazia per la piacevole serata. Io da cameriere ne ho quasi la nausea, ad ogni cliente che se ne va devo dire il solito ritornello. Dalla prox volta inizieró ad usare l´italiano, qui lo dico e qui lo nego!

tak for sidst: grazie dell´ultima volta. Questo é complicato. Facciamo un esempio. Siete stati invitati a un pranzo da un amico. Finito il pranzo vi alzate vi salutate bla bla, ci puó scappare benissimo un tak for mad o altri....ma attenzione!!!!!!! mai dire in quel momento tak for sidst. Questa va usato solo e ripeto solo alla prossima occasione in cui vi rincontrerete. Vale sia per l´ospite che per l´oste.

tak for kampen: grazie della partita. Da dire a fine partita, magari (ma non obbligatorio) mentre si stringe la mano all´avversario.

tak for invitationen: grazie dell´invito. In genero lo dico quando si fa lo Skål iniziale (cin cin, salute, cheers)

tak for kaffe: grazie del caffé. Questa espressione puó essere usata anche in tono scherzoso. Tipo, quando si é a tavola e una delle persone é particolarmente pesante, tanto da creare imbarazzo alcuni dei commensali possono ribadire un tak for kaffé x il rompiballe di turno.

tak for god betjening: grazie per un buon servizio. Quando me lo dicono al ristorante il mio orgoglio va alle stelle. Poi peró mi chiedo, ma chissá cosa avranno capito di tutte le menate che ho detto! ;)


la risposta ad ognuno dei tak sopraelencati é..., ovviamente, anzi immagino non abbia nemmeno senso scriverla....naturalmente Selv Tak! :D

Ps: Non avrei mai immaginato quando vidi questo film alla tenera etá di 10 anni. Lo consideravo dopo Fantozzi e l´Allenatore nel pallone uno dei cult della mia fanciullezza. (ps: fantozzi ancora lo é e sfido chiunque lo neghi) Invece, "Il ragazzo di campagna" era e rimane un capolavoro (un masterpiece!!) dell´iper-realismo italiano, in cui si confondono significati leggeri a profonde critiche della societá, con chicche che richiedono anni di studio per una loro piena comprensione. Chi di voi aveva capito veramente cosa intendesse Pozzetto in questa scena?

mercoledì 11 febbraio 2009

I am thinking

As 1: I will write this post in Italian, for many reasons... ;) (lazyness, complicate topic and bad english) but in case there is some english speaker which by chance is here, well please ask and I will re-write it in English.
This is Customer Relationship Management...to customize on the need of the customer! ;)


As 2: Per la cronoca e per dare continuità ai posts, beh alla fine come forse preannunciavo ho concluso il semestre mandando improperi al Re africano e al Vice presidente della comunità Nigeriana...scherzo, son in fondo bravi ragazzi, ma è piuttosto quel pirla del Supervisor che mi ha fatto arrabbiare!

As 3: Moretti is famous. Dopo la...o essere al... finalmente ho raggiunto un importante traguardo. Essere presente sul sito tedesco dell'università di Aalborg. Queste sì che sono soddisfazioni nella vita! ( http://studyguide.aau.dk/studieninteressierte/aalborg )


Il blog tempo fa è andato in trasferta a Londra ed è doveroso fare un piccolo report. Questo post sarà quindi interamente dedicato a quanto è alto il Big Beng, a quanti turisti italiani si possono incontrare a Londra e a quanti treni girano nel sottosuolo di Londra...

Tutti questi pensieri mi hanno assillato per l'intero viaggio. Perfino sulla scala mobile nella Tube pensavo..

Pensavo e pensavo...

Ma ciò che ha acceso la luce in me è stata la mia conversazione (3.68 secondi) con un cameriere all'aeroporto di Stansted, dove alle 5 del mattino mi son sparato una Full English Breakfast e una pinta di Guinness :D

Avevo preso più tovaglioni del necessario e anche 3-4 bustine di maionese. Non avevo usato niente di tutto questo e quindi li avevo messi da parte perchè capisse e li potesse riutilizzare. Ma niente. Arriva e pam, spazza via tutto e cestina tutto.

Al che gli dico: "Ma li avevo messi da parte, non li ho usati? (forse era la pinta di Guinness che parlava...) E' uno spreco così!

E lui mi dice: Eh lo so, hai ragione, è una vergogna, ma non posso...

Mi sono illuminato d'immenso e ho collegato tutto a pochi giorni prima quando avevo visto una mostra su Darwin e la sua teoria dell'evoluzione della Specie.

Darwin fu molto influenzato da un certo R. Malthus, che sosteneva che " l'aumento delle disponibilità di cibo necessarie alla sopravvivenza della specie umana non potesse in alcun modo uguagliare il tasso di crescita della popolazione: secondo Malthus quest'ultima doveva, quindi, essere limitata nel suo sviluppo da ostacoli naturali, quali carestie e malattie, o da azioni prodotte dall'uomo, come le guerre".


Darwin non era così tragico come Malthus, ma la sua lettura lo ha indubbiamente influenzato.

Grazie alla lettura di Malthus, Darwin intuì che tutte le specie animali e vegetali dovessero necessariamente essere in competizione l'una con l'altra per la loro esistenza e per diffondere la loro specie alle generazioni future. Non sono qui a fare il teorico, ma Darwin è stato un grande e si potrebbe spunto da lui tutt'oggi.

Ecco a cosa ho pensato. Ho pensato alla maionese sul tavolo e ho capito che la società in cui viviamo è basata su uno sfruttamento che in seguito al processo di globalizzazione è diventato globale. Sfruttamento e spreco che non sono sostenibili, nemmeno nel breve termine mi verrebbe da dire. La ricchezza della nostra società (occidentale) è controbilanciata dalla non ricchezza di altre zone del pianeta (maggioranza), ma abbiamo spinto a tal punto che la bilancia si sta rompendo. Siamo forse ad un bivio. O la bilancia si spacca e si rialza l'altra parta, oppure nello stesso lato della bilancia si inizierà a competere per le risorse in gioco.

Vacca se son tragico! ;) Consoliamoci, Darwin insegna che questi cambiamenti si vedono solo nel lungo, lunghissimo periodo... ;)

Io intanto ho imparato una cosa. Mai più bere una Guinness alle 5 del mattino mentre aspetto un volo!

Ps: Un giorno stavo visitando il meraviglioso (ognuno può dare la propria interpretazione al perchè lo metto in corsivo!) museo della Tate Modern....e continuavo a Pensare Pensare Pensare...., così un artista mi ha visto e ha deciso di espormi come "il Pensatore". Non ricordo se ero nella sezione del Minimalismo o nel Construttivismo, ma non fa molta differenza!

Ecco il link

http://www.tate.org.uk/modern/eventseducation/musicperform/charactersfiguresandsigns.htm



martedì 20 gennaio 2009

l'Aalborg Model

La lunga assenza non è stata dovuta ad una mania di protagonismo x far girare il video ancora...ma perchè come tutti i semestri, il project time è sempre tosto.

L'università di Aalborg è molto particolare in sè. Alcuni dicono che abbia le sue radici nel movimento del 68. Se a questo ci aggiungiamo uno dei temi ricorrenti qua in Danimarca, ovvero il team work, ecco allora che non si tratta proprio solo di leggende. Qualcosa di vero c'è, nel senso che l'univeristà non rispetta regole rigide e un alto rispetto delle gerarchie come magari da altre parti... I baroni, baronetti, valvassini e valvassori qua nn ci sono, o almeno, vengono subito bollati e scartati dagli studenti. Non ne ho le prove, ma + un professore è popolare, più viene scelto dagli studenti come "supervisor" per il loro progetto e più soldi busca...
Certo non immaginatevi professori sballati che parlano, discutono molto peace and love facendo girare una canna...non cadiamo negli stereotipi! :P

Il lavorare in gruppo e i famosi "meeting" sono tratti inconfutabili di questa università, e anche della sua terra + in generale. Come diceva un mio professore inglese.."I danesi fanno meeting x tutto! Devi andare in bagno? prima forse è meglio fare un meeting x raggiungere un consenso!".

L'università di Aalborg si distingue x il cosiddetto Aalborg model, ovvero il lavoro in gruppo x project, o che dir si voglia tesina finale di semestre (7 volte + figo dire project).

Detto fatto.

In questi 3 (si spera terzo compreso, dato che dovrebbe finire a fine mese) semestri ho avuto modo di provare sulla mia pelle questo Aalborg Model.

La prima esperienza è di solito la + importante. Ero nuovo, conoscevo poco la lingua, a parte il danese, e soprattuto non sapevo un cavolo di come scrivere un project. Idea brillante: mi metto in gruppo con un'esperta, una che ha fatto già 3 anni qua, e sono a posto. Era una ragazza Bulgara, e mi ha "mollato" dopo 2 settimane...ha detto che era stanca... :D Ora lavora, ben x lei.


La seconda esperienza mi ha fatto capire di che pasta son fatti sti Nordici. Ero in gruppo con un Danese e una Norvegese. Mazza che macchine! Sembrava di lavorare con dei computer. Bravi ragazzi, anche simpatici, ma quando si trattava di lavoro, di fissare deadline, e di fissare, of course, meetings... era un'impresa stargli dietro! Sta di fatto, che ho fatto la fine del sasso, e da buon sasso mi sono accomodato sul sedile posteriore.



Per quest'ultima esperienza, forse qualcuno aveva tenuto il conto del precedente semestre, e perciò me "l'ha fatta pagare". Sono stato in gruppo con 2 ragazzi di colore, un Ghanese e un Nigeriano. Esperienza molto interessante. Ho scoperto molte cose sulla loro cultura, tradizioni, le loro frustrazioni di vedere la pantera (o la tigre?) africana ancora in affanno....addirittura uno di loro è un futuro Re di una tribù. Tradizione vuole che questa carica sia solo ereditaria, e quando lui sarà il + anziano della sua famiglia se ne dovrà tornare in Ghana a...fare il Re!



L'altro invece era niente poroppopodimeno che il Vice Presidente della comunità nigeriana Danese...azzzzo!!!!

Vabbè...sta di fatto che ho usato il termine esperienza, e non lavoro! ;)

Ci si sente alla fine del progetto, spero di non dover usare improperi contro un Re e un Vice Presidente... :D

domenica 21 dicembre 2008

God Jul

Come da tradizione, non del blog, ma della tradizione stessa ;) , vi invio un messaggio di Auguri a reti unificate. Anche in risposta ai commenti di qualche post fa...ecco il "mio" danese.


Ps: trovate gli "errori" nel video :D


Translation


Dear Danish, Dear Italian, Dear ladies and dear gentlemen

I am here to wish Merry Christmas and Happy new Year to all of you!

It has been a long year for the Blog, sometimes we are a bit busy but we, I don't know why I am speaking about a We, but we tried to offer you an overview of Denmark, of Aalborg and of myself.

We will come back next year in 2009 with many news.

Let's stay tuned!

Once again, merry christmans and happy new year.

"God save the Blog"


Oversaettelse


Kaere Danskerne, kaere italiener, kaere maend, kaere kvinder,

Jeg er her for at onske God Jul og Godt Nytaar til alle.

Det var en laenge aar for Bloggen, nogle gange lidt travlt, men vi, det ved jeg ikke hvorfor jeg siger "vi", men vi har provet at give jer en overblik af Danmark, af Aalborg, af migselv.

Vi vil komme tilbage naeste aar i 2009 med mange nyheder.

Lad os holde kontakt.

Igen, God Jul og Godt Nytaar.

"Gud bevar Bloggen"

sabato 13 dicembre 2008

Vai Girardengo Vai forte e Vedrai...

La vita del ciclista in Danimarca non è una pacchia come possa sembrare.

Si è vero, le piste ciclabili abbondano, a volte ti viene quasi da pensare "ma guarda che spreco, bastava una linea...", vere autostrade x due ruote non motorizzate. Le macchine hanno un grande rispetto (in generale...fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!) e quando devono curvare al semaforo si creano lunghe code a volte perchè prima di poter girare devono far passare tutte le bici. A volte mi immedesimo nei "poveri" automobilisti e penso che sia un po scocciante beccarsi 2 volte a fila il Rosso per far passare delle bici.


Ma in fondo è giusto così. Come dicevo la vita del ciclista non è facile. Se sei un "figo", o uno che non vuole spendere sempre soldi x l'autobus, devi pedalare quando piove e nevica. Ma l' insidia principale è il vento! Freddo, pungente, penetratore...x dire che si infila in ogni buco che non è stato adeguatamente coperto. Quando ti vesti devi controllare di non aver lasciato nessuno spazio tra la sciarpa, la felpa e la maglietta.

La mattina si pedala che è buio. Le luci di natale luccicano e pensi "oh caspita, come sono mattiniero oggi", ma sono già le 8.30!!! La sera torni ed è buio, le luci di natale luccicano e pensi "oh caspita, oggi ho proprio esagerato col lavoro!", ma sono "solo" le 16!

Pedalare verso l'università in fondo è divertente. Sono in tutto 14 Km (and e rit), ma il tempo passa. Sta a te come farlo passare. Io a volte mi immedesimo in un professionista, scelgo un target e faccio una gara con lui o con lei. Di solito le "busco", ma quando arriva la collina finale li riprendo sempre...per poi riprendere fiato ed essere nuovamente superato! Ma almeno ho un sacco di punti x il mio personale "Gran Premio della Montagna". Chiaramente scelgo target accessibili, oppure quelli che mi passano con "arroganza". In fondo è normale cercare un po di competizione, giusto x ravvivare la situazione. E' come quando in piscina guardi quello/a nella corsia a fianco e provi a stargli dietro e/o a batterlo/a.

Se miglioro l'aerodinamica nella discesa posso puntare in alto... :DD