Bon anno,
che onore e che bello poter dire: "sem sempar chi", anche nel 2011!
Quest´anno il blog non ha potuto salutare i suoi lettori (ma come sarei curioso di conoscervi...sapere perché leggete..sapere che ne pensate...sapere dove siete...che fate...vabbé mi fermo: ps, se vi va scrivete :) ).
Due anni fa fu un saluto stile "trappatonistico-monastico":
http://fugadeicervelli.blogspot.com/2008_12_01_archive.html
Quest´anno é stato bene lasciare spazio ai soliti professionisti. E dato che si tratta di un blog sulla Danimarca e sull´Italia in fondo, senza voler cadere nel solito tono del "questo é meglio...questo é peggio" (che riuseró in futuro :D ), vorrei raccontarvi velocemente del "Napolitano danese". Ovvero, regina Magrethe:
http://fugadeicervelli.blogspot.com/2010/04/la-regina.html
Si tratta di una vera e propria professionista del discorso di fine anno. Lo pronuncia infatti dal 1972! Ogni 31 dicembre alle ore 18.00. Finendo alle ore 18.10
Cosí per 38 anni.
Tra i "locali" ancora si narra il suo discorso del 1984 in cui redarguí i suoi conterranei per fare commenti sarcastici e un po fighetti verso gli immigrati. Un discorso del genere oggi sarebbe l´incipit per un caso politico, dato che la Danimarca si sta trasformando in un paese un po "duretto" verso coloro che vogliono "entrare"...ma questo potrebbe essere l´idea per un nuovo post.
Oppure nel 1975 quando disse: "ma cosa stiamo cercando, la felicitá?! Nessuno é finora riuscito a raggiungerla pensando solo a se stesso!"
Si tratta insomma di discorsi da vera e propria mamma (o nonna a seconda dei punti di vista) verso i propri figli.
Prendiamo ad esempio il discorso di quest´anno, che, non ci credo manco io, mi sono rivisto online il giorno dopo....(é un segnale preoccupante!).
Ha rimproverato i danesi di pensare allo stato come a qualcosa che dá, dá e dá, senza considerare cosa é giusto dare in cambio affinché la societá di tutti funzioni. "Stiamo diventando troppo egoisti; vogliamo e pretendiamo i nostri diritti, ma non sempre siamo cosí puntigliosi sui nostri doveri".
Con un tono da "cosí non si puó andare avanti" ha sottolineato come si siamo stati cosí bene fino ad ora, ma ora bisogna darsi na mossa e soprattutto darsi na mano a vicenda. Ma senza dimenticare chi ha bisogno, dobbiamo mantenere occhi, orecchie e cuore(i) aperti.
"Gud bevare Danmark"
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