Mi pare di averne accennato in alcuni post fa (in effetti con una media di 1 post al mese si puó andare a finire ad 1 anno fa..). Insegno Italiano ad un piccolo gruppo composto da 3 signore danesi sulla sessantina. Ammetto che mi piace.
Il perché é forse da ricercare in un senso di rivincita...rivincita su chi "Non crededeva in me", per quello che riguarda le mie capacitá linguistiche e ne ha sempre dubitato, non mancando occasione di prendermi in giro (si veda le lunghe diatribe sulla correttezza dell´espressione: "ho rimasto 10 euro"...ed ancora ho i miei dubbi!!! :D ).
Ho passato tante ore in camera da solo a riflettere ed esserne triste. Un vero e proprio trauma. Di quelli da abbattere un platano. A volte durante conversazioni con altre persone "temevo" di dire la mia, per paura di essere deriso, e me ne stavo zitto zitto, annuendo solo con la testa.
Ma ora quei tempi sono finiti. E´arrivato il mio momento!!!!! Come il calciatore che quando fa goal si mette le mani a palmo dietro le orecchie come per dire "non vi sento", rivolto ai quei tifosi che lo fischiavano e appunto...non "credevano in lui"...
Si lo so forse il verbo insegnare suona troppo. Ma lasciatemi un po di gloria.
Si perché per queste tre signore sono "il professore" e quando parlo e spiego loro cose mi guardano a bocca aperta. A volte a dire la veritá, la bocca oltre che essere aperta é anche un po storta...soprattutto quando dico loro cose che magari il giorno prima avevano letto diverse sul loro libro di grammatica italiana. Ma "il professore" non ha paura dei libri! La frase "si ma in italiano ci sono tante regole e sfumature. E´difficile saperle tutte. Vi capisco!" aiuta sempre. E fa sempre, o quasi, uscire il Professore da vincitore.
Cercando di fare i seri, obiettivamente cerco di limitare la parte della grammatica. Certe cose proprio non le so o non me le ricordo. Quello che mi piace sinceramente é discutere e parlare di temi attuali e soprattutto confrontare. E pensare che mi pagano!!!
Proprio questa sera abbiamo parlato di varie cose. Ma una la devo raccontare.
Ho dato loro la canzone "Italiano vero" di Toto Cutugno. Un po per ridere, un po per ascoltare un po di musica e un po per fare analisi.
Non avevo mai letto o riflettuto sul testo. Non so se qualcuno lo ha mai fatto.
Io sinceramente pensavo di passare sui piú classici degli stereotipi (calcio, pasta, tv, moda...) e poi buttare la discussione sull´orgoglio italiano...sull´italiano vero. Riderci si un po su, ma allo stesso tempo raccontare l´Italia tanto amata dai turisti.
Ma quando ho chiesto loro: "secondo voi qual é il messaggio della canzone?" (che analisi eh!!!)
Quasi in coro mi hanno risposto la stessa cosa, o almeno espresso lo stesso concetto:
- "a italiano piace avere la vita rilassata, e non cambiare niente. Per questo forse sono anche in questa situazione ora"
- "italiano non vuole problemi; meglio chiudere occhi e pensare calcio/donne..."
- "italia come una 600 giú di carrozzeria (ndr nel testo): bella macchina, ma forse basse prestazioni dopo un po"
Alla faccia degli stereotipi....mannaggia a te Toto Cutugno!!!!!
ps: per la prossima volta gli ho dato il testo di "Che cos´é la destra, cos´é la sinistra" di Gaber...la temo un po sinceramente!!! :)